IL MOCKTAIL: UN COCKTAIL SENZA ALCOL
Depurarsi con un cocktail? Si può, basta ordinare un mocktail
“Mock” in inglese vuol dire falso, e dunque i mocktail sono cocktail analcolici, e quindi simulati per mezzo delle abilità dei bartender, che sono riusciti a sostituire l’alcol nelle loro creazioni.
I mocktail sono quindi creazioni analcoliche che, nate dalla fantasia dei migliori barman (non fidatevi di vostro “cuggggino” che s’improvvisa, o del barista atteggiato a nuovo Jerry Thomas), mixano succhi di frutta a bevande gassate, sciroppi a tinture e bitter.
La frutta chiaramente la fa da padrone, e piegata alla fantasia del creatore riesce perfino a simulare l’alcol. In effetti, e purtroppo per gli astemi e i salutisti, l’alcol rende particolarmente piacevoli gli accostamenti con il cibo grazie alla sensazione di calore, alla pastosità, alla pienezza e all’acidità di cui è portatore.
Per questo, i migliori bartender sono in grado di simulare i sentori alcolici grazie all’utilizzo di elementi nuovi, magari riscoperti dopo anni di declino, come peperoncino, alghe ed erbe aromatiche.
Lo zenzero, ad esempio, non fa solo bene ed è depurativo, ma è anche stato l’ingrediente di una bevanda – un mocktail ante-litteram visto che si era ancora (!) nel 2015 – creata dallo stellato Moreno Cedroni in occasione di una settimana della Sicurezza Stradale indetta dalla Guida Michelin tre anni fa.
Dunque, i mocktail rappresentano una nuova frontiera del bartending, che oggi sembra essersi sviluppato in una sorta di proibizionismo al contrario: non più leggi dello Stato moralistiche, ma tendenze morali e modaiole; non più alcol illegale prodotto in cantine buie, ma “cantine” che l’alcol legale l’hanno bandito.
Ma al di là dello status di “Tendenza-in-ambito-food”, quella del mocktail può essere una buona abitudine, sia per gustare delle preparazioni che richiedono del bartending di qualità, sia per i tremendi problemi che l’alcol crea durante le serate di svago giovanile.
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